A Copenhagen hanno luogo diversi Mercatini di Natale.
Il più importante della città è sicuramente il Mercatino di Natale di Tivoli (Jul i Tivoli), che si svolge dal 1994 all’interno dei Giardini di Tivoli, il grande parco dei divertimenti cittadino. Ogni anno, milioni di visitatori vengono attratti dagli 85 chalet, disposti a mo’ di villaggi in miniatura, che ospitano negozietti pieni di regali e oggetti natalizi: maglieria e abbigliamento invernale, tipiche porcellane bianche e blu, giocattoli, ornamenti natalizi della Royal Copenhagen, stupendi piatti decorati con storie e leggende della tradizione nordica. Neli stand gastronomici si vendono spezie, marmellate e gelatine di vario tipo, biscotti natalizi, mele caramellate e l’immancabile Glogg (vino speziato caldo), servito con le Aebleskiver’ (frittelle allo zucchero e alla marmellata). Per completare l’atmosfera magica, lo scenario del parco si presenta splendido, arricchito dalle illuminazioni natalizie e dal laghetto trasformato in una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Tra le altre attrazioni, sono previsti fuochi d’artificio e uno spettacolo di cabaret, il Crazy Christmas Cabaret, in cui un gruppo di folli attori professionisti inglesi si cimentano in scherzi, giochi di parole e canzoni, il tutto con la partecipazione del pubblico. Lo spettacolo viene rappresentato presso Glassalen, il teatro dei Giardini di Tivoli.
Il Mercatino di Natale di Nyhavn (Nyhavns Julemarked) è ambientato nel suggestivo vecchio porto di Copenaghen. Si tratta di uno dei più bei Mercatini di Natale di tutta la Danimarca, con le sue bancarelle allineate lungo il molo, dove si trovano alcune delle più antiche case cittadine, sapientemente decorate con ghirlande e luci di Natale. Le bancarelle offrono prodotti artigianali e pietanze locali e sono avvolte dalle melodie della musica natalizia tipica danese.
Nel quartiere di Lyngby si svolge invece il Mercatino di Natale del Frilandsmuseet, un originalissimo museo a cielo aperto, composto da 50 corti, case, giardini e mulini, alcuni dei quali risalenti a 200 anni fa. Nei giorni del Mercatino, il museo si veste a tema, facendo rivivere le tradizioni natalizie dei secoli passati. Al suo interno, si vendono tra l’altro pietanze preparate secondo le antiche ricette, dalle mani sapienti di donne vestite con abiti della tradizione contadina locale.
Copenhagen o non Copenhagen?
All’interno di Copenhagen, curiosamente, è situata una municipalità indipendente chiamata Frederiksberg, nella quale si svolge un altro Mercatino di Natale (Frederiksberg Julemarked). Le bancarelle vengono disposte nella piazza principale della cittadina, Rådhusplads, all’interno di un grande tendone utile a riparare dal freddo pungente.
Altra zona a sé di Copenhagen è la Città Libera di Christiania, comunità fondata dagli Hippies negli anni ’70, ospite anch’essa di un mercatino natalizio tutto suo, l’esotico Mercatino di Natale di Christiania.
Dintorni di Copenhagen
Nella riserva naturale di Dyrehaven, a 10 km a nord della città, presso l’Ippodromo di Klampernborg si svolge un Mercatino di Natale un pò particolare, vagamente snob, perché dedicato al pubblico delle corse.
15.11.2017 – 31.12.2017
Mercatino di Natale di
Tivoli
Giardini di Tivoli
Lunedi – Giovedi & Domenica dalle 11.00 alle 22.00
Venerdi & Sabato dalle 11.00 alle 23.00
24.12. & 25.12. chiuso
10.11.2017 – 22.12.2017
Mercatino di Natale di
Nyhavn
Vecchio porto di
Copenaghen
2.12.2017 – 3.12.2017 & 09.12.2017 -10.12.2017
Mercatino di
Natale del
Frilandsmuseet
Frilandsmuseet
01.12 – 08.12.2017
Mercatino di Natale di Frederiksberg
Rådhusplads
Feriali dalle 13.00 alle 18.00
Weekend dalle 11.00 alle 17.00
La città ha origine nell’era vichinga, quando era un villaggio di pescatori genericamente identificato con il nome di “Havn” (porto), poiché veniva utilizzato come punto d’imbarco per le esplorazioni in Europa.
Ma la sua storia è legata soprattutto al nome del vescovo Absalon, vissuto nel XII secolo e ritenuto il suo vero fondatore. Fu lui che, fortificandola nel 1167, le conferì lo status di vera e propria città, motivo per cui questa è considerata la data ufficiale della fondazione di Copenhagen. La successiva espansione della città è legata all’attività del suo porto, che ben presto la rese un importante nodo commerciale. Con buona probabilità, da questa caratteristica deriverebbe proprio il nome di Copenhagen (“copen” significa “commercio” in danese).
La città restò sotto il controllo della chiesa fino al XV secolo, quando passò finalmente sotto la giurisdizione di un sovrano temporale e divenne capitale. In seguito a questo cambiamento, ben presto furono trasferiti qui la maggior parte delle istituzioni amministrative, l’esercito e la marina danesi.
Il XVII secolo vide Copenhagen devastata da epidemie e disastri che ne minacciarono la sua stessa esistenza. Tra il 1658 e il 1659, sotto Carlo X, la città subì un grave assedio, fra il 1711 ed il 1712 la peste decimò quasi la metà della popolazione e due incendi catastrofici, alla fine ed inizio di questo secolo, distrussero ampie zone della città.
Nonostante tutto, Copenhagen riuscì a sopravvivere ed ancora una volta a prosperare fino all’inizio del XIX secolo.
Fu in questo periodo che la Danimarca si alleò con Napoleone nella guerra contro l’Inghilterra, che per rappresaglia ne attaccò la capitale. Celeberrima è la Battaglia di Copenhagen svoltasi nel porto della città nel 1801. In quell’occasione la flotta danese si scontrava con quella inglese capitanata dall’ammiraglio Parker. La battaglia è famosa per l’attacco comandato dall’ammiraglio Nelson che, disubbidendo all’ordine di Parker di ritirarsi, distrusse la maggior parte delle navi danesi prima che venisse accordata una tregua. In seguito, un’altra spedizione britannica bombardò Copenaghen nel 1807, per acquisire il controllo della marina danese. In questo caso la città subì gravi danni e vennero fatte molte vittime. Il motivo di tanta devastazione fu anche la persistenza di una vecchia linea di difesa, praticamente inutile contro il bombardamento britannico.
Nonostante questo contraccolpo, durante il XIX secolo la città vide una notevole espansione, con un consistente spostamento di popolazione dalle campagne in cerca di lavoro. Talvolta, questo vertiginoso aumento di densità causò gravi problemi di spazio e di igiene, specie nella città vecchia. Nel 1901 fu addirittura necessario costruire un integramento, il famoso Frederiksberg, ancora oggi all’interno della capitale, anche se municipalità autonoma.
Durante la Seconda Guerra Mondiale Copenaghen, come il resto del Paese, fu occupata dalle truppe tedesche, dal 9 aprile 1940 fino al 4 maggio 1945.
Negli anni che seguirono il conflitto, Copenhagen cominciò a riguadagnare la sua identità, crescendo notevolmente, fino a divenire la città moderna ed attraente di oggi.
Per gli amanti dei “classici” musei d’arte e storia, a Copenhagen ci sono parecchie tappe obbligate.
Si potrebbe partire con la storia, visitando la Galleria Nazionale Danese (Statens Museum for Kunst) ed il Museo Nazionale Danese (Nationalmuseet). In quest’ultimo in particolare, la storia danese viene ripercorsa in sei distinte sezioni, dalla Preistoria alla contemporaneità, attraverso una vasta collezione di manufatti storici. Il Museo della Resistenza Danese offre invece un quadro complessivo della storia nazionale e delle lotte per l’indipendenza del popolo danese.
Per ammirare il ricchissimo patrimonio artistico della città si possono visitare il Museo Nazionale d’Arte ed il Museo d’Arte Moderna ARKEN. Quest’ultimo è situato nel quartiere di Ishøj ed è uno dei più recenti progetti culturali della città, inaugurato nel marzo del 1996 in occasione della nomina di Copenaghen come capitale europea della cultura. Il nome Arken (Arca) deriva dall’insolita forma a nave con cui è stato progettato dall’architetto danese Søren Robert Lund. Al suo interno vengono ospitate, oltre a numerose esposizioni di arte moderna e design, anche attività artistiche e iniziative culturali. Un altro gioello di modernità è il Museo d’Arte Moderna Louisiana, situato però non in città, ma sulla costa dell’Øresund a Humlebæk, a 35 chilometri a nord di Copenhagen. È il museo d’arte più visitato del Paese, considerato una delle pietre miliari dell’architettura moderna danese, per la sua sintesi armoniosa tra opere d’arte, architettura e paesaggio. In effetti, oltre all’ampia collezione d’arte moderna e contemporanea, si possono visitare il giardino e le sculture al suo interno. Il museo fu fondato nel 1958 da Knud W. Jensen e progettato dagli architetti Wilhelm Wohlert e Jørgen Bo.
Tornando in città, tra i musei più famosi c’è il Ny Carlsberg Glyptotek. Si tratta della collezione privata fondata da Carl Jacobsen, figlio dell’industriale danese che creò la famosa birra Carlsberg, che espone arte e scultura greca, egiziana, etrusca e romana, ma anche opere fino al XIX e XX secolo. Imperdibile è anche il Thorvaldsens Museum, dedicato al famoso artista neoclassico Bertel Thorvaldsen, uno dei maggiori scultori mondiali e insieme a Canova uno dei padri del Neoclassicismo, nato a Copenaghen nel 1770 e mortovi nel 1840. Nei suoi lasciti testamentari, Thorvaldsen espresse la volontà di donare le proprie opere ad un futuro museo, sorto poi nel 1846, nel quale avrebbe trovato posto anche la sua tomba, oggi situata nel cortile d’ingresso. Il museo contiene buona parte della produzione dell’artista danese, dalle sculture ai calchi e ai modellini preparatori. Tra le opere esposte spiccano capolavori di valore assoluto come Cupido e Psiche, Giasone col Vello d’Oro, la statua di Ercole, uniti ad antichità romane e greche e a produzioni di artisti contemporanei all’autore.
Per chi ama invece i musei più piccoli e particolari, si suggerisce innanzitutto una serie di musei dedicati all’arte dello spettacolo.
Ad esempio c’è il Museo del Teatro (Teater Museet), situato presso il maneggio Christiansborg Ridebane in quello che un tempo era il teatro di corte. Esso espone costumi e scenografie del tempo, mentre il Christansborg Ridebane ospita le carrozze e le scuderie reali, con le mangiatoie in marmo. Il Museo del Circo (Cirkusmuseum) di Hvidovre è il più grande del suo genere del Nord Europa. Accanto alla magica esposizione di oggetti vi è anche uno spazio dove i più giocherelloni possono cimentarsi in varie attività. Proprio di fronte si trova il Museo Danese del Varietà (Danske Revymuseum) che custodisce i preziosi ricordi del periodo migliore del varietà danese. C’è anche il Museo della Musica, con la più grande collezione danese di strumenti musicali.
Non mancano poi i musei dedicati a particolari arti e mestieri.
Ad esempio il Museo delle Poste e Telecomunicazioni, un’interessante collezione sulla storia del servizio postale in Danimarca, il Museo della Medicina (Medicinsk Museion), con elementi a volte macabri, il Museo della Polizia, che offre ai suoi visitatori l’emozione del brivido, il Museo dei Giocattoli Olgas Lyst, la Cisterna a Søndermarken, uno spazio museale sotterraneo dedicato alla moderna arte del vetro, e per finire anche un Museo del Tabacco.
Per chi ama i reperti bellici e l’arte della guerra, si ricordano il Museo Militare (Orlogsmuseum) di Christianshavn, che narra la storia della flotta danese esponendone modelli di navi, armi e uniformi, ed il Museo dell’Arsenale (Tøjhusmuseum) a Slotsholmen, alle spalle del castello di Christiansborg, colmo di armi e di cannoni.
Come in tutte le grandi città europee, anche a Copenhagen la vita frenetica porta spesso a sostituire il pranzo con degli spuntini, talvolta molto calorici. Apparentemente, quindi, saremmo portati a credere che il pasto più importante sia la cena. Ma ciò non deve trarre in inganno, perché la Danimarca conserva antichissime tradizioni gastronomiche, risalenti addirittura ai Vichinghi e ai Normanni, che amavano pranzare con splendide tovaglie e bere in calici d’argento. Perciò, una delle usanze tuttora più radicate in Danimarca è proprio quella di imbandire le tavole per sontuosi pranzi di famiglia.
Certamente però, chi si avvicina alla buona cucina danese non può aspettarsi di
gustare un piatto di spaghetti! Le
caratteristiche gastronomiche del Paese offrono infatti altri tipi di delizie.
Anche se il pesce è molto amato
(si cucinano ottime aragoste, salmoni affumicati, anguille e trote), la
carne è senz’altro la
pietanza per eccellenza. Il piatto nazionale è l’oca, servita soprattutto a Natale,
ma sono squisiti anche l’arrosto
di maiale condito con il cavolo rosso, il capriolo guarnito con mirtilli e, per i
palati raffinati, lo stufato di
renna. Altri piatti a base di carne sono le “frikadeller” (polpette di maiale e
cipolle) e le “hakkebof” (realizzate
con carne di manzo). Il pollo alla danese è invece un trionfo di calorie, dal
momento che la ricetta richiede che
venga cotto con moltissima panna e burro.
Uno dei primi piatti
più noti è invece l’Ollebrød,
ottima zuppa fatta con il pane di segale cotto nella birra.
L’usanza del caffè,
certamente “meno ristretto” di
quello italiano, si accompagna stranamente alla degustazione di stuzzichini salati.
Si tratta delle “smørrebrød”,
tartine di pane di segale imburrate e guarnite con vari ingredienti, tra cui pesce
(frutti di mare, salmone, aringhe
affumicate), foie gras, formaggio o uova. Le smørrebrød spesso sono destinate a
sostituire il pranzo.
Per quanto
riguarda i dolci, spesso essi hanno un aspetto a dir poco
monumentale! Alcune torte possono essere
alte fino ad un metro, come la Krasenkage, fatta di pasta sfoglia e frutta
candita.
La Danimarca, come il
Belgio, è uno dei massimi produttori di birra europei. Le case
produttrici più importanti sono la
Carlsberg e la Ceres. I prodotti tipici sono birre lager leggere e chiare sebbene,
soprattutto in occasione delle
feste pasquali, vengano prodotte anche stout, birre di frumento ed aromatizzate alle
erbe.
Lun-Sab | 9.00-18.00
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